Sono cresciuta all’interno di una famiglia sana, una famiglia costruita su principi morali ineluttabili: umiltà, educazione, gratitudine e rispetto verso il prossimo. Mia mamma è stata la prima ad accorgersi di quanto fossi predisposta allo spettacolo, da quando durante le cene di Natale intrattenevo i miei familiari attraverso le mie imitazioni o spettacoli improvvisati all’ultimo minuto. Così all’età di 3 anni mi iscrive ad un corso di danza classica. La musica, le scarpette da punta, le calze, i tutù, il sipario: la dimensione dell’arte diventa la mia casa prima ancora che me ne rendessi conto. La danza classica mi forgia nel corpo e nell’anima: rigore e disciplina che mi serviranno, da quel momento in poi, per tutta la vita. La danza mi ha permesso di comprendere la mia missione: trasmettere emozioni e intrattenere attraverso il mio corpo e la mia anima. Fino ai miei 12 anni quando pensavo al futuro mi vedevo in un grande teatro a esibirmi sulle note di un balletto di Cajkovskij, ma la vita si diverte a metterci alla prova. Nel giugno del 2013 mi viene diagnosticata una scoliosi al 28º grado, due possibili scenari: operazione alla colonna vertebrale o busto correttivo da portare per 6 anni 23 ore su 24. Scelgo il busto, cambia la mia prospettiva di vita. A scuola mi prendevano in giro, immagina una ragazzina alle medie che è il far west degli stolti pronti a sentirsi superiori screditando gli altri. Ero una preda facile, portavo gli occhiali, ero una secchiona e in più indossavo una specie di armatura infernale che mi faceva somigliare a un misto tra un cavaliere medievale e Dart Fener. Fu in quel periodo che mi avvicinai alla recitazione, avevo bisogno di trovare un’altra dimensione che non richiedesse una mobilità fisica e che mi permettesse di dare sfogo alla mia creatività. Fu la mia rinascita. Quello che avevo concepito fino a quel momento come un cataclisma che si era imbattuto sulla mia vita si rivelò essere un avvenimento necessario. È per questo che credo nel destino. Comincio a studiare recitazione. Nel 2014 scopro Una Ragazza per il Cinema, una realtà più grande di me in quel momento.
Sapevo che non potevo competere per la vittoria, ero troppo piccola. Però mi sedetti all’ultima fila e cominciai a analizzare lo scenario che mi era aperto davanti, studiavo ogni mossa delle ragazze più grandi di me, prendevo nota di cosa dovessi fare per tornare un giorno e accaparrarmi quel titolo. Quell’anno qualcuno mi notò comunque, vinsi la fascia di Miss Fotogenia. Ma non mi bastava, volevo di più, volevo essere ricordata non solo per il mio volto ma per il mio talento. Nel 2018 tornai, diedi tutta me stessa e mi portai a casa un titolo nazionale e una borsa di studio per studiare a Roma. Fu un riscatto, una rivincita sulla vita, fu il principio di un disegno molto più ampio. Grazie a Una Ragazza per il Cinema ho studiato 3 anni in 2 prestigiose scuole di recitazione. Questo concorso ora è famiglia… Antonio, Daniela, Nicolas, con un grande atto di fiducia e stima, nel 2019 mi affidano anche il ruolo di conduttrice ufficiale delle serate del concorso al fianco del grande (o forse meglio dire alto) Ernesto Trapanese.
Per loro nutro la più sincera forma di gratitudine e affetto, hanno creduto in me dal principio e non smettono di farlo. Ogni tanto mi diverto a far commuovere il Patron, il mio Pippo Baudo, con le mie parole nei suoi confronti, ma la verità è che la prima a piangere ogni volta che sento lui parlare di me sono io… d’altronde “mi ha inventato lui”. Ora continuo per conto mio tra master di formazione e corsi privati. È un percorso difficile, ma ho imparato a mie spese che ciò che è destinato a me troverà il modo di raggiungermi. Il cinema non è la mia sola passione. Nello stesso anno in cui vinsi Una Ragazza per il Cinema venni scoperta da Antenna Sicilia.
Playa Bonita, il programma dell’estate, poi Movida, la versione invernale dello stesso programma. Col passare dei mesi la gente cominciava a riconoscermi per strada, “Ma davvero? Questo mezzo di comunicazione è così potente? Ma sono davvero brava come dicono? Vuole una foto con me?”, pensavo. La mia vita era cambiata e io piano piano cominciavo a prenderne coscienza. La televisione è stata un regalo, mi ha arricchita di esperienze, mi ha permesso di instaurare un rapporto inscindibile con Catania e i catanesi, mi fa crescere ogni giorno. Ora stiamo lavorando a un progetto nuovo, un altro gradino raggiunto con sudore, caparbietà e impegno… non vedo l’ora di poterne parlare. Io ci metto il mio, al resto ci pensa la vita?