Fioretta Mari

di Nancy Malfa

Per solcare il palco di centosessanta teatri ci vogliono gambe forti. Per farlo con dedizione e amore ci vuole un grande cuore. Fioretta Mari è sostanzialmente questo: forza e cuore. Un’attrice di grande talento, un’insegnante rinomata, una donna. Sì, prima donna, come lei stessa ha scherzato con un giornalista che le chiedeva di definirsi. Ma anche primadonna, nell’accezione di protagonista, nella vita e sul palco, palco che in fondo è sempre stato la sua vita. Nella sua lunga carriera ha potuto confrontarsi con personalità di grande spicco come Turi Ferro, Ugo Tognazzi, Mario Scaccia, Giorgio Albertazzi. Fioretta Mari ha avuto la dote e il merito di portare l’arte italiana in giro per il mondo, attestandosi come artista trasversale, in grado di unire tre generazioni di attori con un sorriso e poche parole. Amata da giovani e adulti è ormai il faro per tutti i naufraghi che vogliono orientarsi nel mare della recitazione. Ed è proprio da qui che vogliamo salpare.

 

Fioretta, qual è la qualità più importante che deve possedere un attore?

Passione pura, disciplina e grande umiltà.

Saprebbe individuare nel panorama italiano l’artista che risponde meglio alla sua idea di attore?

Non potrei mai nominarne uno in particolare. Fortunatamente il panorama odierno è pieno di bravi artisti come Giannini, Benigni, Servillo, Zingaretti, Favino, Elio Germano, Edoardo Leo, Brignano, Panariello, Argentero, Giovanna Mezzogiorno, la Bruni Tedeschi, la Ramazzotti, la Morante, la Capotondi, la Chiatti, la Crescentini e tante altre.

Tra gli interpreti illustri con cui ha condiviso il palco, chi le ha dato di più?

Come si usa dire in teatro, ho rubato qualcosa da ognuno. Citerei Turi Ferro, Proietti, Albertazzi, Scaccia, Alberto Lionello, Gassman, Tognazzi, Manfredi, Gullotta e Pino Caruso questi ultimi dotati di grande umanità.

Lei ha lavorato sia nel teatro che nel cinema. Per un attore qual è la differenza?

Un grande attore non dovrebbe mai far differenza fra la performance cinematografica e quella teatrale. In entrambi i casi dovrebbe essere semplice, vero e non enfatico. Fortunatamente oggigiorno si tende ad attingere sempre più dal teatro per fare il cinema.

La figura dell’attrice molte volte è coperta da un velo di egocentrismo, lei, invece, nonostante abbia calcato i palchi più importanti e abbia avuto a che fare con alcune delle più grandi personalità del teatro, ha conservato grande umiltà e altruismo, e ha coltivato una profonda passione per i ragazzi. Da cosa deriva quest’amore per i giovani?

Dalla grande voglia di dare il buon esempio a mia figlia Ida Elena, perché possa sempre essere orgogliosa della sua mamma. I giovani ci guardano come in uno specchio e noi abbiamo la responsabilità di mostrargli un’immagine giusta.

Lei ha recitato e insegnato in tutto il mondo. Abbiamo seguito il percorso che l’ha portata dalle scuole italiane come quella di Amici fino alla New York University. Il suo metodo varia da scuola in scuola o possiamo definire la recitazione una lingua universale?

Assolutamente sì: la lingua teatrale è universale. Molte volte varia la personalità di chi insegna, ma le basi sono le stesse in ogni parte del mondo. Noi italiani abbiamo la grande tradizione della Commedia dell’arte, fatto che ha sempre affascinato il mitico Lee Strasberg, fondatore dell’Actor’s Studio di New York. Strasberg è sempre stato innamorato dell’arte di Eleonora Duse e di Giovanni Grasso.

Cosa prova nell’essere stata scelta per diffondere la cultura teatrale italiana oltreoceano?

Orgoglio. Sono orgogliosa di poter tenere annualmente delle lezioni nella prestigiosa Lee Strasberg Institute di New York e di Los Angeles, e sono altrettanto entusiasta di collaborare con le straordinarie direttrici Anna Strasberg e Vicky Krane.

Il concorso Una ragazza per il cinema non poteva trovare un rappresentate più appropriata di lei. Cosa dirà ai giovani intenzionati a intraprendere la strada della recitazione?

Che il cammino è pieno d’insidie. Il talento non può essere insegnato, ma se un aspirante attore riesce a essere onesto con se stesso e ha la fortuna di incontrare un bravo insegnante di teatro e di vita che sia onesto con gli allievi, può migliorare e riuscire ad arrivare in alto. Un’altra cosa importante è essere sempre disciplinati e rispettare le gerarchie.

La salutiamo chiedendole quali progetti ha in serbo per il prossimo futuro?

Visto che il cinema mi sta usando come non ha fatto in passato, mi divido fra la televisione, il teatro e appunto il cinema. In questi ultimi 5 anni ho girato una decina di film, ultimo dei quali Al posto tuo, con Luca Argentero, regia di Croci. Recentemente sono stata impegnata nella realizzazione di Edhel,  regia di Renda, classificatosi al secondo posto al Festival di Giffoni. A settembre girerò Fiore d’Agave, regia di Arimatea e a Ottobre uscirà il film che parlerà del debutto dei tre tenori del Volo, Un amore cosi grande, con tre straordinari giovani interpreti: Giuseppe Maggio, Francesca Loy e Idelena De Razza, regia De Mattheis,. Durante la stagione porterò in scena Menopause, un musical con Emanuela Aureli, Fiordaliso e Manuela Metri, regia della stessa Metri, e ad Aprile lo spettacolo Ingresso Indipendente, con Serena Autieri e Tosca D’Aquino, regia Vincenzo Incenzo.